Sì, confesso, sono veramente preoccupato.
Ogni giorno osservo la costante discesa agli inferi della democrazia e della cultura del rispetto.
Il nostro paese sta fornendo esempi di oscurantismo, intolleranza, razzismo, con una velocità di diffusione pari al virus Ebola in Africa.
Ma siamo veramente così?
Extracomunitari umiliati e picchiati, caccia alle streghe, una vomitevole cultura che spinge i nostri ragazzi e ragazze a finalizzare il raggiungimento dello Status con le icone da Velina, la guida del Suv, lo style Dolce & Gabbana, il rosa e gli strass, la Vita Smeralda, il dolce non fare un cazzo, ma con il Blackberry in mano.
Per contro la parte seria del Paese ci mostra il culo o il viso (sono uguali) della
Ministressa Carfagna (tutte le foto scattate dalla nomina la ritraggono con gli occhi spiritati, fateci caso) che con gli occhioni sgranati azzarda giudizi da moralizzatrice integralista, una sorta di Doctor Jekill and Mister Hide che appare in rete ancora in Softcore Version e pubblicamente in
mise Talebana, gonne sotto il ginocchio, tenui colori pastello, capelli corti (porterà ancora un perizoma sotto?).
Discerta, la
Ministressa, di appariscenza del popolo Gay, degli eccessi, dimentica delle sue piroette in braccio ad un "negro", dov'era lei in quel momento?
Forse non era lei, la dottoressa Jekill, in braccio al "negro" c'era Missis Hide.
Ed il Ponte sullo Stretto riapre i cantieri, la follia interrotta riemerge dagli abissi dell'imbecillità e affiora a pelo d'acqua tra Scilla e Cariddi, pronta ad ergersi come un Moloch, un odierno Godzilla che farà scempio di futuro, paesaggi, case, cose, uomini e donne.
Il ghigno orrendo della Mafia traspare nella penombra come un maligno Angelo Custode del potere.
Verde, un colore che insegna la speranza.
Curioso che i Padani, così intransigenti, abbiano scelto il colore dell'Islam, che nella cultura Araba indica il colore del Paradiso, nondimeno (i Padani) preferirebbero rimandare gli amici islamici da dove sono venuti "Aiutiamoli al loro paese" , dicono.
Oggi sono lì, al Ministero degli interni, certo, autarchici come sono, non potevano certo lasciarselo scappare, quel ministero.
Per ora, il ministro con il nome più volitivo (o indicativo) di questo governo, ha chiesto di aprire altri Lager dove internare gli immigrati clandestini.
Un personaggio tragicomico come Borghezio , un redivivo Goering nel panorama post fascista di questo governo, non vede l'ora di ripetersi nel disinfestare con l'insetticida (s'è beccato pure na denuncia!) le carrozze delle Ferrovie Nord dalla presenza di Nordafricane nei coloratissimi abiti Kanga che narrano le loro terre, usanze e appunto, costumi.
Tra le tante macchiette circensi trovo un personaggio azzeccatissimo:
Il ministro della difesa.
Ignazio La Russa.
Soffermiamoci un momento sulla analisi del personaggio e la correlazione dello stesso con le teorie Lombrosiane, raramente esiste una attitudine fisica verso il ministero della difesa (luogo di cultura destrorsa) così evidentemente marcato, la figura segaligna, i tratti aguzzi di un volto luciferino atto a osservare ghignando le pratiche militaresche, le manovre di uomini, mezzi, aeroplani, battiscafi e cannoniere, verrebbe da aggiungere, finimenti e vettovaglie, per quanto datata risulta essere la sua figura in relazioni ai nostri anni, sì , perchè è un volto
d'antan qualcosa di oramai anacronistico per l'odierna figura di politico dedito alla gestione della Difesa, lo vedo più a cavallo su un ciglio, circondato dallo stato maggiore, mentre osserva al binocolo la carica del 7° Cavalleggeri.
Comunque, a touch of class.
La nota buffa (ma non troppo, direi più, ridicola) è quella che, pur vestendo bene
l'aplomb di
Custer, ha chiamato i figli: Geronimo e Cochis, in onore dei capi Apaches Chiricahua. (controllez s'il vous plait).
Primo parto del ministro della Guerra, pardon, della Difesa: un nuovo invio di truppe in Afghanistan, ...a ciascuno il suo quarto d'ora di celebrità (Andy Wharol).
Che cerchi la Sua Consacrazione in una nuova Nassirya?
E ora, datemi un bicchier d'acqua e proseguirò....
